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Marketing e cambiamento: disruptive mindset per il CMO

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Marketing e cambiamento: disruptive mindset per il CMO

Tempo di lettura: 3 minuti

Il gran numero di cambiamenti che investe con frequenza regolare e con ritmo incalzante il settore del web marketing rischia di paralizzare molte aziende, bloccate in un’impasse digitale senza avere gli strumenti e le competenze per stare al passo. 

Possiamo chiamarla come vogliamo: cambiamento, disruption, digital transformation, growth hacking… la verità è che tutto sta cambiando, continuamente, senza sosta. I CMO (Chief Marketing Officer) combattono costantemente con nuove tecnologie, nuovi algoritmi, nuove strategie per aumentare l’engagement, nuove piattaforme e, in alcuni casi, nuovi modelli di business. 

Ma se il cambiamento è l’unica costante, come si può vincere? Cambiando la propria mentalità e aprendosi alla possibilità che il cambiamento può rappresentare un vantaggio. Si chiama “disruptive mindset”, un nuovo modo di pensare che ha come obiettivo rendere la nostra azienda motore del cambiamento e non più soggetto passivo: disruptor and not disrupted, per dirlo con una frase inglese. 

Oggi, ogni business ha bisogno di una figura che sia in grado non solo di gestire, ma anche di generare cambiamento all’interno dell’azienda e utilizzarlo per crescere. Troppo spesso le aziende sono state gestite e pensate per rafforzare lo status quo anziché aprirsi a cambiamenti che vengono considerati rischiosi. 

Abbracciare il cambiamento non solo può condurre alla crescita e a un maggiore valore del cliente (customer lifetime value), ma può anche aiutare l’azienda a focalizzarsi sulle necessità del cliente. 

Sono tre le aree principali in cui abbracciare il cambiamento in modo proattivo può portare a una crescita del business: sviluppo del mercato, acquisizione del cliente, engagement e advocacy. 

In un mondo iper-competitivo come il nostro, la capacità di differenziarsi dai propri competitor è più importante che mai. Per guadagnare fette di mercato, i business devono avere un’offerta diversa da ogni altro competitor e imprimersi nella mente dei loro clienti in modo indelebile. Un CMO con il giusto disruptive mindset è in grado di abbandonare le strategie inefficaci che fanno sembrare l’azienda solo un altro competitor tra tanti e di concentrarsi sulle unicità tipiche del suo business. 

Per quanto riguarda l’acquisizione del cliente, il vero cambiamento risiede in un più attento studio del target, in grado di generare esperienze di acquisto personalizzate e memorabili che si estendono ben oltre il primo acquisto, con lo scopo non solo di acquisire nuovi clienti ma di mantenerli nel tempo portandoli ad acquistare di nuovo. 

Infine, parliamo di engagement e advocay: in altre parole, parliamo del potere del passaparola. Universalmente riconosciuto come una delle leve più importanti che porta alla vendita, il passaparola è spesso sottovalutato dai CMO “tradizionali”. Adottare una mentalità disruptive in questo caso significa fare tesoro di questa risorsa sottoutilizzata, costruendo relazioni più profonde ed emozionali con i propri clienti sin dalle prime fase del loro percorso di acquisto. Occorre pensare a strade innovative e mai percorse per creare un senso di appartenenza e coinvolgere i propri clienti non solo nella discussione sui valori e i prodotti dell’azienda ma anche nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Solo così si sentiranno davvero parte del brand e saranno dei leali e instancabili brand ambassador. 

Avere un mindset davvero disruptive per un CMO significa tutto questo e molto di più: significa essere in grado di attuare i cambiamenti in modo rapido e agile, per avere il miglior tempismo possibile e battere i competitor, ma significa anche essere in grado di prevedere e anticipare i cambiamenti, di guidarli e generarli, anziché limitarsi a subirli. Per farlo, è necessario avere una totale padronanza di tutti gli strumenti che il web ci mette a disposizione e una buona dose di esperienza. Quando occorre, è bene rivolgersi a professionisti esterni o a una web agency, ma mai in modo passivo. Per essere in grado di intercettare, governare e generare i giusti cambiamenti è bene fare affidamento su partner preparati e professionali, ma è anche essenziale non rinunciare a ricevere una formazione di base sugli elementi in gioco. Questo significa che il CMO non deve obbligatoriamente padroneggiare tutti gli strumenti, le piattaforme, gli strumenti di social listening e di analisi del sito, ma deve almeno essere in grado di comprenderne il funzionamento di base e gli scopi. Deve, insomma, essere in grado di parlare la stessa lingua dei suoi consulenti, per mettere in campo tutta la sua esperienza e conoscenza dell’azienda e portarla come valore aggiunto alla competenza tecnica e strategica della web agency: un connubio vincente che è indispensabile per portare al successo l’azienda. 

 


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