Keyword Research, guida alle parole chiave ad alto tasso di conversione

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Keyword Research, guida alle parole chiave ad alto tasso di conversione

Tempo di lettura: 3 minuti

Alla base di ogni strategia SEM e SEO efficace troviamo, per prima cosa, la scelta di parole chiave giuste

Se questa affermazione è un dato di fatto, come scegliere le suddette parole chiave – dove per giuste, si intende capaci di portare al più alto tasso di conversione (dove per conversione intendiamo l’azione che vogliamo il visitatore compia come ad esempio completare un acquisto, richiedere un preventivo, iscriversi alla newsletter ecc) – spesso si rivela un’operazione più complicata del previsto.

Eccovi allora uno schema che potrà servire da linea guida quando dovrete stilare una lista di parole chiave per pianificare attività di webmarketing.

keywords_target

Come leggere questo schema?
Il concetto che sta dietro a questo “mirino” è che differenti parole chiave corrispondano a differenti livelli di interesse e di propensione all’acquisto rispetto ad un prodotto/servizio.
Come si può intuire, il centro del mirino rappresenta il goal – il nostro obiettivo: conversioni – mentre ogni cerchio rappresenta categorie di parole chiave, raggruppate in base al tipo e al grado di conversione. Più ci si avvicina al centro, più le conversioni aumentano di numero. Dunque, prima di scegliere parole chiave dalle altre categorie, il consiglio è quello di scegliere parole chiave dalle categorie più vicine al centro, in quanto maggiormente efficaci.

Vediamo quali sono queste categorie:

1. Brand terms. Ovvero, parole strettamente legate al vostro marchio. Mettiamo il caso che il prodotto che state cercando di vendere sia Miele X, chi cercherà proprio questi termini ha familiarità con il vostro brand X e probabilmente vi sta cercando proprio perché strettamente interessato all’acquisto.

2. Product terms. Ovvero, parole che rispecchiano cos’é il vostro prodotto o a cosa serve il servizio di cui vi occupate. Sempre rifacendoci all’esempio, i potenziali acquirenti cercheranno keywords come miele. Il CPC in questo caso tende a salire, ma il tasso di conversione di queste parole resta buono.

3. Competitor terms. Ovvero, scegliere di uscire anche per ricerche legate ai nostri diretti competitori. Per esempio, selezionare come parole chiave anche Miele Y e Miele Z: magari uno dei potenziali clienti dei nostri competitor sceglierà di provare il nostro miele.

4. Substitute product terms. Ovvero, termini che si riferiscono ai sostituti del nostro prodotto. Può sembrare strano, ma magari chi sta cercando marmellate o dolcificanti, potrà essere interessato al vostro prodotto.

5. Complementary product terms. Ovvero, keywords legate a prodotti complementari al vostro / che vengono utilizzati insieme al vostro. Tornando al nostro esempio, nel caso del miele prodotti complementari sono latte, degustazioni di formaggi etc…

6. Audience terms. Ovvero, tutte le restanti parole che potrebbero essere cercate dai nostri potenziali clienti. Qui ovviamente potrebbero essere molto numerose; riferendoci al miele ad esempio si potrebbe spaziare da prodotti per la colazione a prodotti biologici e via dicendo.

Come si può osservare, più ci si allontana dal centro più i termini diventano generici, costosi in termine di CPC e con un minor tasso di conversione.

Dunque, quando andrete a compilare la vostra lista di parole chiave dovrete tenere presente questo modello e puntare sulle parole più vicine al centro del mirino. Per scegliere tra le tante opzioni potrete aiutarvi in vari modi: dalla ricerca in prima persona, osservando quali parole chiave vengono utilizzate nel web per cercare prodotti come il vostro, all’analisi delle parole chiave utilizzate dai vostri competitori. Molto utili in questa fase sono i tools gratis per la ricerca di parole chiave che indicano anche il grado di competitività di ogni singola parola.


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