Ottimizzazione siti, gli errori SEO più diffusi e come rimediare

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Ottimizzazione siti, gli errori SEO più diffusi e come rimediare

Tempo di lettura: 3 minuti

Torniamo a parlare di Search Engine Optimization, andando ad allungare la nostra lista di SEO tips per esperti e non del settore.
Sebbene il funzionamento dei motori di ricerca – e la loro centralità nella moderna economia – non sia più un mistero per molti, navigando in internet si possono ancora incontrare delle sviste anche fondamentali per quanto riguarda l’ottimizzazione di siti: cose che a voler guardare bene, porterebbero via solo pochi minuti di lavoro, ma in grado di penalizzare fortemente il posizionamento di un sito se costantemente ignorate.
Vediamo allora quali sono gli errori SEO più diffusi e come si può (e deve!) rimediare:

  1. Metatag assenti e/o duplicati e/o scritti male
    Andiamo con ordine: è ancora molto comune imbattersi in siti web con title duplicati (ad esempio: il solo nome dell’azienda riportato in tutte le pagine del sito), scritti male (ad esempio: un elenco di keywords scoordinate) oppure description e keywords assenti. Questa dimenticanza o poca attenzione al riguardo non solo è svantaggiosa in termini di ranking, ma è soprattutto controproducente in termini di attrattiva per l’utente finale che vi sta cercando: nelle SERP difatti, quello che viene visualizzate e sulla quale cade l’occhio sono title e description; leggendo in pochi secondi queste due righe di testo l’utente che ha cercato qualcosa su Google capirà se voi siete la risposta giusta o meno alle sue esigenze.
    Guardate ad esempio questi due risultati per “Ristorante Greco Milano”1
    Nonostante la presenza di tutte le keywords di settore nel secondo risultato, i metatag del primo ristorante sono senza dubbio fatti meglio: la breve, chiara ed invogliante descrizione porterà qualsiasi utente a cliccare più sul primo che sul secondo risultato.
    Anzi, se non provvederete voi  fornire una description interessante delle vostre pagine, sarà Google a pescare dai contenuti presenti sulle suddette per voi: ad esempio, “entra nel sito” del secondo ristorante altro non è che un attributo di un’immagine presente nella sua homepage.2
    NB: una buona description è sui 140 caratteri.
  2. Controllo dei SiteLinks
    I sitelink vengono generati automaticamente da Google, ma questo non significa che facciano perfettamente al caso vostro.
    Ad esempio se cerchiamo “cucina naturale Milano” perchè interessanti a ristoranti/corsi sull’argomento, troviamo tra i risultati:
    foto3
    Questo sito ha un sitelink fuorviante per l’utente… Vacanze 2015? Peraltro ormai inutile dato che stiamo scrivendo a settembre…
    Per rimediare vi consigliamo di utilizzare Google Webmaster Tools per dare un’occhiata ai vostri sitelinks, sia per quanto concerne le pagine di destinazione che gli anchor texts.NB: dato che siete entrati nella Search Console di Google per controllare i link… Assicuratevi che non manchi nemmeno la Sitemap XML! (Potete generarla qui).
  3. Monitorare gli errori di Analytics
    Anche su Analytics, il braccio destro di ogni webmaster, Google non è infallibile. Possono esserci degli errori nei risultati che restituisce ed è cosa comune sottovalutarli; fortunatamente però Google possiede anche uno strumento molto utile per tracciare questi errori e correggere il tiro: Google Tag Assistant Plug-in, provate ad esplorarlo.
  4. Dimenticare codice vecchio od inutile sul vostro sito.
    Codice che non serve più, di precedenti modifiche, indigesto ai nuovi browser e via dicendo…
    Tutto questo appesantisce le pagine, allungando in modo sensibile il tempo di caricamento.
    Il codice andrebbe quindi ripulito, per prendere spunto sui provvedimenti potreste utilizzare due utili strumenti di Google: PageSpeed Insight, che vi suggerisce quali modifiche apportare per alleggerire le pagine e Ghostery Plug-in per investigare la presenza di vecchi tracking code sul proprio sito.


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